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Busta arancio, pronte le Casse e l'Inps aspetta

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Sabato 19 Gennaio 2013

Un test lungo un anno e mezzo. Tanto che la «busta arancione» (documento che contiene l'estratto conto dei contributi previdenziali) è diventata oggetto mitico. L'Inps, presieduta da Antonio Mastrapasqua, ha più volte annunciato l'invio del documento salvo poi rimandare. C'era chi poi sperava di venire a conoscenza delle previsioni sulla futura pensione. A quanto si sa, invece, il test in corso si occupa soltanto della storia contributiva. Eppure dentro il cervellone Inps c'è di tutto, compresi i dati dei 2 milioni di professionisti iscritti alle casse previdenziali. Che si dicono pronte e disponibili alla spedizione della busta arancione. E hanno dato piena collaborazione all'Inps.
casellario attivi
Si sono susseguiti, nel frattempo, tavoli di lavoro, confronti, scambi di numeri e codici. Casse e Inps hanno analizzato e rivisto l'argomento ma il test sembra non finire mai. D'altronde, fanno sapere dagli enti di previdenza dei professionisti, presso Inps è stato costituito il «casellario attivi» dove vengono raccolte le informazioni relative ai lavoratori iscritti ai regimi pensionistici obbligatori. I dati sono tutti lì. Il casellario, si badi bene, creato il 23 agosto del 2004 con la legge 243 (la riforma Maroni). Siamo nel 2013 e sono passati quasi 10 anni ma di «arancione» si è visto poco. O meglio è stato mandato un estratto conto a inizio 2012 ad un esiguo numero di persone (100mila). Fra questi anche un gruppo di iscritti alle casse. «Il progetto busta arancione – spiega Andrea Camporese, presidente di Adepp, associazione enti pensione dei professionisti – è stato sposato dagli aderenti all'Adepp con entusiasmo e collaborazione fin dall'inizio. Si tratta di un progetto che deve proseguire e arrivare a coinvolgere progressivamente tutta la platea degli iscritti. La conoscenza della propria posizione previdenziale rappresenta un dato essenziale se si vuole diffondere una cultura del risparmio sociale».
test in corso
Facciamo un passo indietro per spiegare che la busta arancione (in basso) è quella mandata a inizio 2012 ad alcuni professionisti. Nei prossimi giorni il documento sarà mandato a circa 1 milione di lavoratori (Inps+casse). «Per quanto riguarda l'ente pensione farmacisti – fa sapere Marco Lazzaro, direttore generale Enpaf – a fine 2011 abbiamo segnalato a Inps 800 nominativi per effettuare il primo test. Lo stesso è avvenuto a fine 2012, ma ci risulta che le buste non siano state ancora spedite. Stavolta il numero di nominativi è aumentato: siamo a 6mila su circa 80mila iscritti attivi». Stesso discorso per Enpam, cassa dei medici: nel 2011 ha segnalato 2.800 nominativi; nel 2012 sono stati invece 28.500 su 353mila iscritti attivi. I giornalisti (Inpgi) sono stati invece 554 la prima volta e 5.540 la seconda.
«Sul nostro sito – fanno sapere poi in Enpam – sono disponibili tutti questi dati. Storia contributiva e, fino a oggi, le proiezioni sulle pensioni. Un servizio quest'ultimo sospeso dopo la riforma che abbiamo realizzato. Sarà però ripristinato con i nuovi coefficienti». Quasi tutte le casse forniscono l'estratto conto contributivo e il software in un'area riservata agli iscritti. Da qui la possibilità, già oggi, di inviare la busta arancio.
problemi di back office
Dentro tale documento, come si diceva, Inps vuole inserire solo l'elenco dei contributi. Le stime invece non verranno inviate. È una questione che dovrà essere chiarita da Inps: perché soltanto la storia contributiva e non anche la proiezione sulla pensione? Ma il vero problema, a detta di quelli che hanno partecipato ai tavoli di lavoro sulla "busta", è il back office, ovvero la gestione di telefonate e richieste di chiarimento da parte di chi riceverà tali documenti. Riusciranno Inps e casse a gestire tutti coloro che chiederanno informazioni? In attesa di risposte, c'è il test di un anno e mezzo e una riforma, quella "Maroni", che risale al 2004. Forse si attende l'anniversario.
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